Colesterolo: facciamo chiarezza

Secondo l’OMS le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo e affliggono più di 500.000.000 di persone in Europa. Una recente ricerca ha poi stabilito che è in aumento il numero di persone con colesterolo alto, a cui si imputa il 4,5% delle morti in tutto il mondo.

Il colesterolo è una molecola che si trova in tutte le membrane cellulari ed è fondamentale per numerose funzioni vitali, come la trasmissione dell’impulso nervoso, la formazione della vitamina D, la sintesi di estrogeni e testosterone, la formazione di bile, etc., ed è per questo che il corpo lo sintetizza da solo a livello epatico a partire da grassi saturi.

L’80% del colesterolo presente nell’organismo deriva da questa sintesi interna, il 20% dall’assunzione diretta attraverso gli alimenti che lo contengono. E se l’assunzione con la dieta diminuisce, la sintesi endogena aumenta, e viceversa.

Il colesterolo si distingue in colesterolo-LDL e colesterolo-HDL. Il primo tipo viene anche chiamato “colesterolo cattivo” perché tende a depositarsi sulle pareti dei vasi sanguigni formando delle placche che possono arrivare a ostruire le arterie con conseguenze gravi come l’arteriosclerosi e le malattie cardiovascolari.

Il colesterolo-HDL, invece, è il “colesterolo buono” perché non si deposita nei vasi sanguigni e viaggia spedito verso il fegato dove verrà utilizzato per la produzione della bile.

Il problema sussiste quando il colesterolo totale o l’LDL (quello “cattivo”) superano certi valori, e/o quando l’indice di rischio, ovvero il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL (quello buono), è maggiore di 5 nell’uomo e di 4,5 nella donna. In questo caso il colesterolo diventa un fattore di rischio cardiovascolare.

Un fattore di rischio aumenta la probabilità che si verifichi una patologia cardiovascolare e più fattori di rischio moltiplicano tra di loro le probabilità; alcuni di questi sono: fumo, ipertensione, iperglicemia, sovrappeso, circonferenza addominale superiore a 88 cm nella donna e 102 cm nell’uomo, sedentarietà.

Detto questo, è indiscutibile che l’alimentazione rivesta un ruolo importante per prevenire o contrastare l’ipercolesterolemia.

Da evitare sicuramente:

  • grassi idrogenati: sono oli modificati chimicamente e sono contenuti come ingredienti in diversi prodotti dell’industria alimentare. Gli acidi grassi trans si possono formare anche tramite cottura dei grassi ad alte temperature, come per esempio la frittura, quindi facciamo attenzione anche a questo aspetto.
  • zuccheri: stimolare eccessivamente l’insulina può indurre un aumento della sintesi epatica di colesterolo.

Da scegliere:

  • Avena: gli effetti dei beta-glucani sul colesterolo nel sangue sono stati dimostrati in più di 55 studi clinici.
  • Soia: un consumo costante di soia può aiutare a ridurre del 10-15% la quantità di colesterolo cattivo nel sangue grazie alle sue proteine che impediscono all’LDL di depositarsi sulle pareti delle arterie.
  • Olio EVO: contiene acido oleico che tutela i livelli di colesterolo HDL.
  • Carciofi: capace di ripulire le nostre arterie dal colesterolo cattivo e allo stesso tempo di aumentare il livello di colesterolo buono aiutando il nostro organismo a prevenire il rischio di arteriosclerosi.
  • Pesce grasso, olio di lino, semi di lino e di chia, e noci: apportano acidi grassi omega 3 con potere antiossidante e antinfiammatorio che contrastano la formazione di placche nelle arterie che sono le principali e temute conseguenze dell’ipercolesterolemia.
  • Tra i frutti, vanno privilegiate le mele, l’uva e soprattutto le arance: un bicchiere di spremuta, bevuto ogni mattina, aumenta il tasso di colesterolo “buono”
  • L’attività fisica: praticata con costanza aumenta il livelli di colesterolo HDL.
  • Integratori: quelli importanti per la regolazione del colesterolo sono: alcuni minerali, come il Cromo, il Manganese e lo Zinco, dei riequilibratori del fegato come inositolo (o vitamina B7) e gli acidi grassi Omega 3 da pesce o vegetali.

 

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