La dieta dello studente

 

Essere studenti, soprattutto studenti universitari è davvero impegnativo, e non mio riferisco solo alla mole di studio, perché Università è soprattutto quel periodo in cui devi imparare a sopravvivere e a non morire di fame. E si perché in questo periodo la carriera universitaria prende il sopravvento su tutto e tutto il resto passa in secondo piano, compreso anche il nutrirsi in modo corretto. Complici di questo sono:

  • la separazione da casa (non ci sono più mamma/papà/nonni che fanno trovare pronto), o comunque l’essere obbligati a stare fuori tutto il giorno
  • gli orari delle lezioni no stop, incuranti della pausa pranzo: hai lezione dalle 8:30 alle 18:30 ovviamente in aule diverse distanti kilometri. Chi ha il tempo di pranzare come si deve!?! Bisogna correre a lezione!!!

Per non parlare della sessione di esami: chi di voi non ha una coinquilina/o che passa pranzo e cena mangiando gallette o cracker mentre studia le dispense, O che sulla sua scrivania piena di libri e fogli di appunti ha tazzoni di caffè o energia drink, oppure che ė dipendente dagli snack delle macchinette salvavita?!

Ragazzi,  potrei dirvi per esperienza personale che esiste una stretta correlazione tra performance nello studio e fattori nutrizionali e fisici.  Ma voglio darvi anche qualche dato scientifico preso da uno studio dei ricercatori dell’University of Nebraska-Lincoln e Pennsylvania state Univiersity, pubblicato sul The Journal of Nutrition. Lo studio ha preso in esame 105 ragazze e donne che frequentavano l’Università, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, tenendo conto della media dei voti e del livello di attività fisica. Quello che è emerso è che chi era più in forma e con i più alti livelli di ferro, risultava avere voti superiori rispetto a chi era meno in forma e con riserve di ferro inferiori.

Le dosi giornaliere raccomandate per l’assunzione di ferro attraverso la dieta sono di 10 milligrammi al giorno e di 18 milligrammi al giorno nelle donne in età fertile.

I motivi della carenza possono essere ricondotti a: cattiva alimentazione, alterazioni gastro-intestinali, l’abuso di lassativi, gravidanza, allattamento, flusso mestruale abbondante (in un mese le donne perdono quasi il doppio di ferro rispetto agli uomini, per reintegrare i globuli rossi perduti).

Va fatta però  una distinzione tra:

  • ferro eme: che si trova negli alimenti di origine animale che ė facilmente assorbito dal nostro intestino.
  • ferro non eme: che si trova negli alimenti di origine vegetale e che è invece di più difficile assorbimento. Per questo chi segue una dieta vegetariana, o comunque chi non assume in modo costante carne e pesce, dovrebbe prestare attenzione ad incrementare il consumo di alimenti vegetali ricchi di ferro. Siccome per molti è però difficile raggiungere il minimo necessario, (se non l’hai ancora fatto corri a fare il test sulle carenze nutrizionali) un aiuto può essere rappresentato dall’integrazione alimentare

Infine, è consigliabile associare alimenti ricchi di vitamina C, come: ortaggi, tuberi e frutta che ne possono aumentare l’assorbimento anche fino a sei volte.

 

 

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